Dante Alighieri: 700 anni di memoria

Nella piena emergenza del Coronavirus l’Italia non dimentica la ricorrenza dei 700 anni dalla morte del Sommo poeta e infatti dal 2020 è stata istituita, perchè fortemente voluta dal precedente governo, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri che si terrà il 25 marzo. Un evento che vedrà un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti, e delle istituzioni culturali. Inoltre si può notare la partecipazione delle più importanti emittenti televisive italiane come la Rai che trasmetterà lo speciale “Dantedì”. Questa ricorrenza può essere un’occasione per riflettere sulle tematiche della poetica dantesca.

Dante Alighieri nasce a Firenze da una famiglia di secondaria importanza della nobiltà fiorentina tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265.
Fu uno scrittore, un politico e un poeta considerato il padre della lingua italiana per l’uso del volgare nella “Comedìa”, divenuta celebre col titolo di Divina Commedia; l’aggettivo “Divina” fu attribuito da Giovanni Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante. A partire da Giovanni Boccaccio tante opere e tante biografie dantesche sono state pubblicate fino ad oggi ma ancora ben poco si sa sulla vita del poeta malgrado fosse già all’epoca famoso e conosciuto sia come politico ma soprattutto come intellettuale.

Per esempio interessante è la concezione di Dante del “peccato”. Dante si dimostra molto indulgente nei confronti di peccati ritenuti anche all’epoca molto gravi come nei confronti di Paolo e Francesca colpevoli di adulterio e di lussuria.
interessante è anche il fatto che Dante non conosceva l’attuale stesura dei poemi omerici ma solo da traduzioni parziali dal greco al latino. Nel canto XXVI dell’inferno, Dante racconta la fine dell’Odissea in una versione diversa da quella da noi conosciuta; infatti secondo Dante, Ulisse, abbandonata l’isola di Circe, invece di dirigersi verso Itaca, la sua patria e la sua famiglia, decide, per insopprimibile sete di conoscenza, di andare oltre le “Colonne d’Ercole”, limite del mondo conosciuto e abitato. Dopo una lunga navigazione Ulisse e i suoi compagni raggiungono una montagna, la montagna del purgatorio e qui precipitano con la loro nave in un gorgo.
Dante ci spinge ad aspirare alla conoscenza:
“De’ remi facemmo ali al folle volo” (canto XXVI dell’Inferno).

Nicolò Nicassio 2H

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