1943 Rovina, disastro, distruzione

IL GRANDE DISASTRO CHIMICO

A BARI PIOVONO BOMBE DAL CIELO

Fu un grande disastro chimico, il più grande della Seconda Guerra Mondiale. Si compì sul mare, nel porto di Bari. Gas tossici, che erano caricati nelle stive della SS John Harvey, una nave americana che trasportava un carico di bombe all’iprite. Erano le 19:30 quando 105 bombardieri, appartenenti alla Luftflotte 2 grande unità a livello d’armata tedesca nella Seconda Guerra Mondiale rilasciano tramite alcuni aerei delle bombe nel porto di Bari.
Precipitano le prime bombe, alcune centrano le navi, altre cadono in mare. A bordo delle navi colpite cominciano a svilupparsi numerosi incendi che producono enormi colonne di fumo. Il bombardamento diventa intenso, i boati delle esplosioni si susseguono velocemente. Il mare a causa della nafta e di altri combustibili è in fiamme. Recentemente è stata rilasciata un’ intervista da un testimone; Antonio Virno, ex soldato in carica durante il bombardamento che racconta di aver visto l’inferno. Egli si trovava sul posto quando le truppe tedesche hanno cominciato a rilasciare le bombe. Lui e un suo compagno si sono rifugiati sotto uno scoglio per tre o quattro ore, testimonia. Antonio racconta anche di aver assistito ad un “ cimitero” per i seguenti quattro mesi nei quali si è cercato di ritrovare i morti sia nelle navi sia nel mare colmo di petrolio.
I feriti militari sono soccorsi al Policlinico, vengono curati in modo superficiale anche perché i medici ignorano del tutto il problema iprite. Tanto che a numerosi marinai è diagnosticata una semplice congiuntivite.
Ma perché i tedeschi hanno dovuto uccidere così tante persone ?
In realtà l’ obbiettivo del bombardamento non era l’ uccisione di tutte le vittime che ha provocato, ma quello di rendere inagibile il porto in modo tale da bloccare i rifornimenti per l’ ottava armata britannica, affinchè gli inglesi rallentassero l’offensiva italiana.
Durante gli anni successivi ci sono state numerose indagini a proposito di quanto accaduto.
Si parla di una nave americana presente il giorno del bombardamento.
Secondo gli storici,questa nave chiamata ”John Harvey”, conteneva l’iprite, una sostanza chimica molto pericolosa che provocò bolle sui corpi dei feriti. L’uso di armi chimiche era stato vietato durante la guerra ma questo non fermò i tedeschi. Questo fu tenuto nascosto per moltissimi anni a causa del segreto militare e solo dopo molti anni gli storici sono riusciti a ricostruire quello che era avvenuto veramente nei giorni successivi al disastro.
In un documento dell’archivio dello Stato maggiore dell’Esercito del 13 dicembre 1943 si informa della probabile presenza di bombole contenenti iprite esplosa nel porto ma gli alleati non informarono gli italiani delle pericolose conseguenze della sostanza chimica. Ed ecco perché la popolazione civile e militare continuava a morire anche nei giorni successivi a causa di dolorose bolle che si presentavano sul corpo.
Ogni anno, a distanza di 76 anni, il 2 dicembre si ricordano le vittime innocenti del più grande disastro chimico , il più grande d’Europa fino ad allora.

Roberta Cisaria De Giglio, 3 D

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