Gli otaku: chi sono?

Letteralmente, la parola otaku significa “casa”, termine che ha assunto una valenza sarcastica quando, negli anni ’80, il giornalista Akio Nakamori l’ha usato per riferirsi a chi tendeva ad evitare qualsiasi tipo di rapporto sociale per preferire la semioscurità della propria dimora, circondato solo da manga, e action figure.

Per noi occidentali, Otaku (おたく o オタク) è un termine della lingua giapponese che dagli anni Ottanta indica una subcultura che riguarda gli appassionati di manga, anime, e altri prodotti, non necessariamente facenti parte della cultura giapponese.

Innanzi tutto, bisogna spiegare cosa sono manga e anime. 

Per anime si intende cartone animato giapponese che viene sviluppato dal relativo manga, il fumetto.

Ebbene, si definisce otaku una persona che ama manga, anime, videogames e tutto ciò che riguardi il Giappone e la sua cultura. 

PERCHÉ GLI OTAKU (e non solo) SONO COSÌ ODIATI?

 Gli otaku, avendo interessi diversi rispetto alla gran parte delle persone, sono spesso insultati, come accade su Tik Tok o su altri social media.

Questo fenomeno si potrebbe definire un vero e proprio atto di cyberbullismo; tuttavia bisogna riconoscere che spesso gli otaku rispondono agli insulti del tipo “Smettetela di vedere i cartoni animati” con risposte quali “Tornatevene a giocare a Fortnite” alimentando, così, questo “conflitto perenne”. 

Molte persone ne insultano altre anche per motivi futili non considerando che le parole possono far male anche più di un’aggressione fisica.

Questo accade spesso nella società moderna pertanto, dovremmo imparare sin da piccoli che non si devono insultare o giudicare gli altri solo perché hanno interessi diversi dai nostri. Piuttosto, andrebbe sempre instaurato un dialogo costruttivo da cui si potrebbe apprendere qualcosa di nuovo. 

 

Giacomo Colapietro 3^E

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