Le ombre sui Mondiali in Quatar

Tra inchieste sullo sfruttamento dei lavoratori, attacchi istituzionali ai diritti LGBTQ+ e civili, non c’è stato nemmeno bisogno di vedere iniziare la competizione per avere conferma che quella del 2022 sarebbe stata di gran lunga l’edizione dei mondiali di calcio meno sostenibile di sempre . Lo stesso Sepp Blatter, presidente della FIFA al momento della designazione della sede nel 2010, ha detto che la scelta del Qatar è stata “un errore”. Un errore dovuto allo scandalo corruzione.
In questo articolo ci sono elencate le “ombre” più cupe emerse fino a ora sui mondiali Qatarioti:
Per la prima volta nella storia dei mondiali la competizione non si disputa nei mesi di giugno e luglio, come è avvenuto tradizionalmente, ma in quelli di novembre e dicembre, questa particolarità è dovuta al fatto che, svolgendosi il torneo in una zona calda, nel periodo estivo le temperature sarebbero state altissime.
Sono centinaia i tifosi arrivati da tutto il mondo e stanno animando le strade del Qatar già una settimana prima dell’inizio della Coppa del mondo di calcio. Almeno, questo è quanto vorrebbe farci credere il canale ufficiale del paese su TikTok, che sta diffondendo numerosi video di presunti sostenitori delle diverse nazionali. Dovrebbero essere tifosi argentini, inglesi, brasiliani, portoghesi o spagnoli, ma in realtà sembrano essere sempre le stesse persone vestite con le divise dei vari paesi. Non è la prima volta in cui le autorità del Qatar vengono accusate di assumere finti tifosi, nel tentativo di far apparite pieni i loro stadi.
Il Qatar ha dovuto costruire da zero la sua accoglienza per i mondiali di calcio. Sono sorti sette nuovi stadi, un nuovo aeroporto, una sfilza di strutture ricettive, lì dove prima non c’era nulla, si sono materializzati nuovi centri urbani e con essi è stato rivoluzionato il sistema dei trasporti.
Come ha scritto la rivista di sport “L’Ultimo Uomo”, l’organizzazione dei mondiali in Qatar è sembrata “la colonizzazione di un nuovo pianeta”, tutto questo ha avuto un costo umano non indifferente, in un paese dove la tutela dei lavoratori lascia a desiderare. La testata britannica Guardian ha avuto accesso a documenti governativi Qatarioti e ha rivelato che dal 2010 al 2020 sono morti 6500 lavoratori impiegati nelle costruzioni legate ai mondiali. Un numero che riguarda esclusivamente migranti e che è arrotondato per difetto, dal momento che
non prende in considerazione alcuni paesi di arrivo.
Il cartello di benvenuto all’aeroporto di Doha contiene una lista infinita di cose che non si possono fare nel paese. Tra queste essere omosessuali. L’articolo 296.3 del codice penale qatariota criminalizza infatti vari atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso e prevede il carcere in caso di violazione.
Per la ventiduesima edizione dei mondiali un inizio non dei migliori.

Gabriele Rana 3B

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