Il mare in versi

Non c’è sensazione più bella e che trasmetta gioia come una passeggiata a piedi nudi, in spiaggia, contemplando il mare e il suo infinito orizzonte. Il mare ha ispirato poeti e artisti nel corso dei secoli, è stato il protagonista di numerosi racconti sin dai tempi antichi, dai viaggi di Ulisse fino alle scoperte di nuovi continenti e più recentemente è diventato il luogo delle vacanze per tanti. Molti hanno navigato spinti dal desiderio di conoscenza e avventura, tanti sono stati inghiottiti dalle acque, tutti almeno una volta sono rimasti affascinati dal suono delle onde, i più sensibili lo hanno celebrato, dipinto e cantato.

Per esempio, le spiagge della Normandia, specialmente quella di Trouville, furono per l’impressionista Claude Monet il luogo perfetto dove ritrarre la classe media in vacanza. Nell’opera “La spiaggia a Trouville”, dipinta nel 1870, il vento, la sabbia e la luce del mare coinvolgono lo spettatore in un’istantanea pittorica molto coinvolgente.

Ancora oggi molte delle case ottocentesche sulla spiaggia, rappresentate nel quadro, sono ancora lì e si possono riconoscere distintamente alcuni degli edifici dipinti da Monet. Oggi il quadro è esposto nel “Wadsworth atheneum museum of art di Hartford”, nel Connecticut.

Nell ‘800 poi il mare si ritrova nelle poesie della letteratura italiana fin da Ugo Foscolo, che ne ha parlato nella poesia “A Zacinto”: in questi versi, infatti, il poeta ricorda l’isola greca di Zacinto in cui è nato e da cui è stato esiliato e si paragona a Ulisse, con la differenza che lui riuscì a tornare in patria, mentre il poeta non toccò mai più la terra natia.

Giacomo Leopardi (1798-1837), nella sua poesia “L’infinito” scrive: “e il naufragar m’è dolce in questo mare”. In quest’ultimo verso il poeta vuole comunicare che per lui è dolce perdersi, abbandonarsi nel mare dell’infinito. In questo caso “l’abbandonarsi nel mare” è una metafora, perché il mare può essere visto come l’infinito: qualcosa che affascina e spaventa allo stesso tempo. 

Un altro importante poeta che ha scritto del mare è Giovanni Pascoli, nella poesia appunto intitolata “Mare”. In questa poesia, Pascoli descrive il paesaggio che vede dalla finestra: vede il mare, le stelle, le onde e la Luna riflessa sul mare, che paragona a un bel ponte d’argento. Il ponte dà serenità alla natura circostante, ma non riesce a coinvolgere Pascoli che, immobile di fronte alla natura, non riesce ad essere felice. Pascoli, in questa poesia, ci fa riflettere sui “grandi misteri della vita”. 

Il mare è presente anche nelle poesie di Giosuè Carducci (in “San Martino” e in “In riva al mare”) e nelle poesie di Gabriele D’Annunzio (in “La pioggia nel pineto” e nella poesia “L’onda”).  

Agli inizi del ’900, il poeta fiorentino Aldo Palazzeschi, scrive una poesia intitolata “Mar grigio”, nella quale il poeta guarda il mare che riflette il cielo grigio e lo paragona a “un’immensa lamiera d’argento brunastro”. Si stupisce della tranquillità di quel mare così calmo, dove non passano né navi né barche e lo fissa estasiato. 

I poeti Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale hanno parlato del mare almeno in una loro opera: Giuseppe Ungaretti, nella sua lirica “Finale”, l’argomento è il mare e che il poeta paragona a un campo senza colori, in assenza di sogni. 

Il poeta contemporaneo che l’ha maggiormente omaggiato è Eugenio Montale, che gli ha dedicato un’intera “serie” di poesie, inserita nella raccolta “Ossi di seppia”, dal titolo “Mediterraneo”: si tratta di un dialogo tra il poeta e il mare in cui il primo appare necessariamente sottomesso del secondo e in cui il mare, ancora una volta, viene presentato come un elemento ambiguo che attrae e incute timore allo stesso tempo. 

Per concludere, è interessante sottolineare come oggi, sebbene l’uomo non creda più negli dei o nei mostri marini, il mare viene ancora considerato, in letteratura, come un elemento oscuro che si presta ad essere caricato di significati allegorici anche negativi. Ma altre opere  lo esaltano per la sola sensazione di pace che trasmette. Sono i due volti di una stessa medaglia: amore e odio; tranquillità e inquietudine; vita e morte; o, più semplicemente, “mare” …

Eleonora Milizia 3A

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *